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Rino Gaetano: il cilindro parlante alla radio
'E cantava le canzoni' è il brano che Rino Gaetano aveva scelto come sigla per il programma radiofonico di RadioUno 'Canzone d'autore'. Una versione inedita di Rino: non ospite ma conduttore e protagonista di una trasmissione che andava in onda il lunedì alle 18.00 e che precedentemente era stata condotta da Eugenio Finardi.L'idea era semplice: far commentare dei brani musicali agli stessi musicisti. Con Gaetano diventa grande l'attenzione per gli artisti del Folkstudio: nella puntata del 1 Maggio del 1978, l'unica ritrovata finora, Rino lancia il "Ben venga Maggio" di Stefano Palladini ed intervista Ernesto Bassignano.
Un ruolo tanto più insolito visto che nel 1978 Rino Gaetano partecipa a numerose trasmissioni in qualità di ospite grazie al grande successo di "Gianna" con la quale si era classificato terzo al Festival di Sanremo e che fa da traino al suo quarto album 'Nuntereggaepiù'. Tra queste numerose interviste abbiamo scelto di trasmettere per prima quella che ci sembra più particolare,figlia dei tempi: quella che Enzo Siciliano, intellettuale nonché futuro Presidente della Rai, fa al cantante crotonese per il programma 'Quadernetto Romano'.
Impegno od evasione, coinvolgimento o distacco, amore o temi sociali: per molti una questione di scelta, per Rino un punto di vista dell'uomo che vivendo rimane coinvolto nei problemi del proprio Paese, ma che non per questo rinuncia alla leggerezza ed alla semplicità della pungente ironia che molto dice, facendo a meno dell'ostentata retorica delle "canzoni-monologo" o delle "conferenze in musica".
Siciliano nota come in 'Nuntereggaepiù' emerge lo spirito anarchico di chi fa catalogo di cose molto dolorose per il Paese. Replica Gaetano: è tipico degli italiani far questo, non lo è più adesso che scrittori, cantanti, registi producono opere tristi. La perplessità è espressa anche per 'Ecce bombo' di Nanni Moretti, citato da Enzo Siciliano come esempio di ironia nel cinema. Il discorso per Gaetano è più articolato: non vede la necessità di cercare forme più complesse, criptiche nell'espressione artistica. E cita Totò, Germi...
L'accusa di qualunquismo per Rino è dietro l'angolo. ' Si rischia il qualunquismo' ' replica Gaetano ' ' quando uno attribuisce ad una canzone l'effetto di un comizio politico non quando pensa di scrivere una canzone da ore liete, evasiva (...)Le mie sono canzoni d'amore per la società.'
Sarà forse per questo che la società l'ha poi ricambiato nel tempo con altrettanto amore e altrettanta ammirazione. L'immagine che Rino ha del suo pubblico è abbastanza precisa: mi ascoltano e quando mi ascoltano, in quel momento, non vogliono pensare ai loro problemi. Come durante i concerti, quando sente viva la voglia, il bisogno di comunicare le proprie gioie e le proprie repressioni. 'La gente ha bisogno di urlare insieme'.
L'intervista di Siciliano è del luglio 1978: l' Italia aveva già vissuto il dramma del rapimento e dell'uccisione di Aldo Moro. E Rino Gaetano aveva cambiato, consigliato da Micocci, molti dei nomi contenuti in 'Nuntereggaepiù' , probabilmente anche quello dello stesso Moro. Forse non del tutto consciamente, ma certo più di quanto ammettesse, Rino Gaetano aveva trasposto nella canzone quel 'castigat ridendo mores' (ridendo corregge i costumi) che i latini consideravano la forza della satira e della commedia, forza che rimane ancora oggi quando ballando, saltellando, si può urlare un liberatorio 'Nuntereggaepiù'. Ironia della sorte: la voce del 'Nuntereggaepiù' è dell'attuale pianista del programma di Bruno Vespa 'Porta a porta'.
Chiude l'intervista una curiosità lecita di Enzo Siciliano : 'Dove nascono queste canzoni?' - 'Quasi sempre in macchina. Una volta le facevo a piedi, adesso sono molto ricche ...le canzoni'.
Chissà se anche la sera del 1 Giugno 1981, prima di quel fatale incidente, pensava ad un'altra canzone.
Maria Cristina Zoppa
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