giovedì 12 gennaio 2017

Rotondi e Parisi, Braccialetti e Casta


Il quesito nasce intorno a due libri, ‘Sono tornati i Braccialetti Rossi’ e ‘Meglio la Casta’

Uno dei libri più gradevoli e corretti di questo primo 2017, è sicuramente ‘Sono tornati i Braccialetti Rossi’ (stileLIBeRO, pp 220). Il volume, pubblicato il 10 gennaio 2017, è sostanzialmente il sequel di ‘Racconti di periferia’, presente al premio letterario ‘NotaD’Autore2016’ – 2° posto dopo Ligabue, ex aequo con Briga, 3° C. De Andrè con il magnifico libro dedicato all’immenso Faber. Il tema del libro di Mimmo Parisi, cantautore e scrittore emiliano di formazione rock, è ispirato, va da se, alla serie televisiva ‘Braccialetti Rossi’, che, prendendo lo spunto dal format catalano improntato sullo stesso tema, ha fatto diventare un fenomeno mediatico le avventure di adolescenti e bambini stretti nella morsa della malattia e, perciò, bisognosi di crearsi un diversivo per farsi, vicendevolmente, coraggio all’interno dell’ambiente ospedaliero. Proprio da questa trama, parte la storia raccontata dal rocker bolognese presente in ‘Sono tornati i Braccialetti Rossi’. Con la differenza, che la narrazione si svolge all’interno della Pediatria dell’ospedale Bellaria di Bologna, luogo che Mimmo Parisi conosce bene per ragioni professionali.
A un’altra specie, appartiene un libro che, il suo autore, si ostina a presentare in giro con enorme coraggio. E altrettanto faccia tosta. Si sta parlando dell’ex berlusconiano – che non è un titolo di demerito, ma di scelta sbagliata sì – che risponde al nome di Gianfranco Rotondi (quello che, interrogato dal giornalista sul numero degli articoli della Costituzione italiana, non seppe cosa rispondere; se un falegname mostrasse di non conoscere l’oggetto ‘martello’, sarebbe licenziato; lui e tanti altri, invece, sono ancora lì…). Comunque, il signore in questione, ha pubblicato ‘Meglio la casta, l’imbroglio dell’antipolitica’ (Koinè, pp 135). Di cosa parla? È presto detto: gli stipendi dei parlamentari sono miseri, alla Camera si lavora troppo, i vitalizi sono sacrosanti e la politica è una professione. Sono questi, in estrema sintesi, i capisaldi dell’interessante operazione-antipatia di Gianfranco Rotondi. All’ex ministro del governo Berlusconi, tutto si può imputare fuorché la mancanza di coraggio. E l’incapacità di capire quando è il momento di zittirsi.