Il 13 luglio 2014 è rimbalzata
sulla rete e sui media la notizia, in parte falsa, di
violenza e resistenza a pubblico
ufficiale da parte di Gianluca Grignani.
Il teatro dell’accaduto è stato Riccione. Qui, il cantautore milanese, 42 anni,
è in vacanza estiva con la moglie e i quattro figli da un mese.
Si è detto che fosse ubriaco e drogato e che avrebbe dato in
escandescenze, diventando quindi pericoloso. Qualcuno ha detto che
sarebbe stata addirittura la moglie a far intervenire i militari. La cosa è stata comunque negata dalla donna
che ha fatto capire con chiarezza che non si sarebbe mai sognata di fare una
cosa del genere. Insomma non ci sono problemi in famiglia.
Molto probabilmente l’evento va
letto, senza sconti gratuiti e senza scudi di marca falsamente artistici,
all’interno di un momento critico
che Grignani sta vivendo nell’ambito della
sua storia personale.
D’altra parte, l’evento ha fatto
scalpore perché Gianluca è un cantautore affermato, fatti simili possono
manifestarsi in ogni persona e, ovviamente, non avere lo stesso riscontro
mediatico: il salumiere esaurito può fare casistica e far cercare un altro
negozio al pensionato con la borsina della spesa piegata fra le mani, ma non
funzionare come apertura per il tg.
Il buon Gianluca Grignani,
comunque e in seguito a questa bravata, prima è stato
accompagnato al Pronto soccorso del "Ceccarini", dove i sanitari l'hanno sottoposto a flebo calmanti, poi è stato portato in caserma dove intorno alle tre di notte è stato formalmente arrestato.
A breve sarà giudicato per direttissima in Tribunale a Rimini. Al momento è a casa. Agli arresti domiciliari.
accompagnato al Pronto soccorso del "Ceccarini", dove i sanitari l'hanno sottoposto a flebo calmanti, poi è stato portato in caserma dove intorno alle tre di notte è stato formalmente arrestato.
A breve sarà giudicato per direttissima in Tribunale a Rimini. Al momento è a casa. Agli arresti domiciliari.
Non per il simpatico artista, ma la storia degli arresti in casa è ormai una
barzelletta. Una barzelletta che non fa ridere: ad esempio, che differenza c’è tra i cialtroni del Mose veneziano e, prima ancora, dello
scandalo milanese dell’Expo con l’operaio che s’ammala? Ma nessuna, son
tutti a casa. I primi a organizzare con dovizia e coi soldi rubati la loro
difesa di “innocenti”, il secondo aspetta con trepidazione il medico che controlli
che non sia un ributtante scansafatiche fannullone (l’antico e dismesso Brunetta
docet). Ovviamente se è un ributtante vero (perché può pure essere), quest’ultimo bisogna fustigarlo,
abbassargli la paga o licenziarlo che è meglio. E i primi? Mah,per quanto colpevoli, ma chi li leva di
torno? Guardate Scaiola e tanti
altri. Sembra che si riciclino per mitosi.
Tuttavia pare che i saggi “lavoratori”
del Parlamento vogliano togliere gli arresti domiciliari, al suo posto arriverà
il fermo al bar (saranno assicurati
e pagati dallo Stato 2/3 giocatori di scopetta per socializzare col poveraccio
fermato…). Ah, le consumazioni sono a carico del bar ospitante.
Comunque e per ritornare al
nostro tema principe, caro Gianluca, come dice il tuo collega cantautore
bolognese Mimmo Parisi, “Quando non sei stato ad uno show, chi ti
conosce?”. Appunto, è esattamente quello che non puoi fare tu che agli show
ci vai spesso e sei ultra conosciuto: non fare show diversi dalle tue
esibizioni canoniche. Forza che sei uno dei migliori cantautori italiani.
Marcello Alfano
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